Testo tratto dal sito: www.promocalabria.it/itinerari/Aspromonte.htlm

DA BOVA A DELIANUOVA

SULLE ORME DEGLI ANTICHI GRECI


Gli abitanti delle colonie greche dell'alto Jonio reggino, alla ricerca di più fertili terre e di nuovi mercati, ma anche di approdi sicuri sul Tirreno, valicarono in più punti l'Aspromonte per fondare, nel versante occidentale, importanti nuclei abitati. I locresi fondarono Medma, nei pressi di Rosarno, Metauro, l'odierna Gioia Tauro e Hipponion, Vibo Valentia. Anche gli abitanti di Delia, cittadina ubicata sul litorale, alla foce della fiumara San Pasquale, fra l'attuale Bova Marina e Palizzi, risalirono i crinali aspromontani alla ricerca di nuove terre ma anche di luoghi più sicuri e difendibili dalle frequenti incursioni provenienti dal mare. Molti di essi si stabilirono a Bova, altri si sparpagliarono sulla spalliera Jonica dell'Aspromonte fino ad Africo, altri ancora lo valicarono per fondare, nei pressi di Pedavoli, l'antica Paracorio. Oggi Pedavoli e Paracorio sono i due nuclei abitati caratterizzanti Delianuova, importante centro Aspromontano affacciato sulla Piana di Gioia Tauro e sul Mar Tirreno, ma gli abitanti dei due rioni non hanno ancora dimenticato le diverse origini e le antiche rivalità.
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Fino alla metà del XIX secolo il sentiero tracciato dagli abitanti di Delia è servito ad alimentare intensi scambi tra le popolazioni di Bova, Africo e Paracorio legate da vincoli di affetto e fraternità che si cementavano in occasione delle feste patronali dei due paesi. I Bovesi e gli Africoti si recavano a Paracorio in occasione della festa di san Domenica ed i Paracoriati a Bova per festeggiare San Leo. Chi avrà la fortuna di incontrare un pastore avanti negli anni non dovrà farsi sfuggire l'occasione di interrogarlo per rivivere, attraverso la sua voce e le sue emozioni, il viaggio a piedi lungo il sentiero che conduceva a Paracorio. Partivano da Africo, da Bova, da Roghudi prima del sorgere del sole, valicavano l'Aspromonte e giungevano al mercato con il loro insostituibile compagno di viaggio, il mulo, carico di derrate. Nel primo pomeriggio riprendevano la via del ritorno. La costruzione di più comode strade rotabili, l'esodo delle popolazioni montane verso il mare, l'abbandono delle attività tipiche del mondo agricolo e pastorale, hanno fatto sì che il vecchio tracciato, che anche Norman Douglas, viaggiatore inglese, ha percorso e brevemente descritto nel suo libro Old Calabria, perdesse, in epoca recente la sua originaria funzione. Oggi l'appassionato di montagna e l'escursionista potranno ripercorrere quel sentiero che conserva tutto il fascino della storia, potranno vivere la stessa fatica e le stesse emozioni che tanti altri uomini, ancor prima, hanno vissuto, potranno infine godere dello splendore di una natura incontaminata e di indimenticabili scorci panoramici. Per percorrere il sentiero che è contraddistinto da segnavia di colore rosso-bianco-rosso e dal n. 2, sono necessari da due a quattro giorni di marcia. Si propongono, tuttavia, le seguenti cinque tappe: Bova - Roghudi; Roghudi - Pesdavoli; Pesdavoli - Materazzelli; Materazzelli - Carmelia; Carmelia - Delianuova.

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