I MIEI LIBRI E LAVORI SULLA RESISTENZA


Il mio interesse per la storia del nostro Paese iniziato fin dai primi anni delle scuole medie, è stato continuo e appassionato. Nel tempo le mie letture si sono intensificate sempre di più con l’intento di cercare di approfondire in modo particolare, con studi e ricerche, gli eventi storici che hanno attraversato nel secolo scorso l’Italia: dal Risorgimento alla Prima guerra mondiale, dalla “vittoria mancata” al “biennio rosso” operaio, dal ventennale regime fascista alla lotta di Resistenza clandestina, dalla Seconda guerra mondiale e alla lotta Liberazione dal nazifascismo.

Con questo ricco patrimonio storico e culturale, dovuto alla lettura e alla consultazione di alcune centinaia di libri e di molte migliaia di documenti custoditi negli archivi dell’Istituto Ligure della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” (Ilsrec) di Genova, dell’Archivio di Stato di Genova e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) ho voluto impegnami a creare “Memoria storica” da tramettere alle nuove generazioni affinché ciò che di così barbaro e inumano è successo nel secolo scorso (le guerre, il nazismo, il fascismo, i lager, la shoah, le leggi razziali, ecc.) non debba e non possa più avvenire.

Ma, poiché la storia può ripetersi anche con modalità e forme differenti, credo che sia della massima importanza, per chi crede nel valore della Democrazia, fare attenzione ai pericoli che la stessa può incorrere e, tenendo sconto degli insegnamenti della storia, coltivare la “Memoria”: che non è solo ricordo, ma è anche conoscenza e riflessione e che, come tale, diventa a sua volta un valore da trasmettere.

Con queste convinzioni, all’inizio degli anni duemila, in occasione del 60° Anniversario della Liberazione, ho curato, per conto delle Sezioni dell’ANPI di Marassi-Quezzi-San Fruttuoso il mio primo lavoro: VIAGGIO nella MEMORIA in ricordo dei Caduti per la libertà, dei Partigiani e dei Patrioti della Bassa Val Bisagno. Con questo, è con gli altri lavori successivi ho voluto creare quindi “Memoria” storica e del territorio, ma anche conoscenze sugli eventi che hanno dato vita alla Resistenza e sulle persone che, in quanto protagonisti della Resistenza, hanno contribuito a liberare il Paese dal nazifascismo, a conquistare per tutti i valori della libertà, della democrazia e dei diritti cancellati dal fascismo, e a determinare il nuovo assetto istituzionale del nostro Paese grazie al quale il 2 giugno 1946 è nata la Repubblica Italiana che è regolamentata da una Costituzione basata sui valori della democrazia e dell’antifascismo.


pg07_cinque_viaggiomemoriaVIAGGIO nella MEMORIA
In ricordo dei Partigiani, dei Patrioti e dei Caduti per la libertà 
della Bassa Val Bisagno

Con questo lavoro ho voluto, da una parte raccogliere e rendere noti i nomi dei Partigiani, dei Patrioti e dei Morti per la Libertà, nativi o abitanti durante la Resistenza nei quartieri della bassa Val Bisagno, e dall’altra “costruire” le loro biografie con lo scopo di far conoscere, per quanto possibile, la loro vita sociale, umana, politica e di combattenti per la libertà. Un lavoro per creare Memoria storica del territorio, ricordare chi ha combattuto, anche a costo della propria vita, per liberare la nostra città dai nazifascisti, e per arricchire la storia del territorio dei quartieri di Marassi, Quezzi e San Fruttuoso.
“Questo piccolo libro” ha scritto nella prefazione il Senatore Raimondo Ricci “compie, nel 60º anniversario della liberazione dell’Italia dal dominio nazi-fascista, una carrellata di considerazioni generali sulla natura e il valore della resistenza, su particolari e drammatiche vicende belliche dipanatasi per quasi due anni nella nostra città, sulle stragi naziste, sugli eccidi perpetrati dal fascismo di Salò, sugli eroismi di molti partigiani della montagna e della città, su ricordi e testimonianze brucianti di quella lotta per la libertà, sulle deportazioni, sulle grandi sofferenze individuali e collettive del popolo: realtà che nel loro complesso hanno tracciato la strada del riscatto della nostra patria dal totalitarismo. Si tratta di un quadro essenzialmente locale e come tali parziali, tuttavia fortemente significativo di una più vasta lotta nella quale fu impegnata la grande maggioranza del popolo italiano, della sua parte migliore…”

pg07_sei_supportoviaggiomemoriaGiuseppe Morabito
VIAGGIO NELLA MEMORIA
PER NON DIMENTICARE

Il CD-Libro è organizzato in 4 volumi:

• Volume 1: 8 settembre 1943–25 aprile 1945 - Genova: dall’oppressione alla liberazione
• Volume 2: Le deportazioni nei lager nazisti e il Giorno della Memoria 
• Volume 3: Biografie dei Partigiani, dei Patrioti, dei Deportati, dei Caduti e dei Combattenti per la libertà originari della bassa Val Bisagno o ricordati nelle lapidi delle sue vie e piazze 
• Volume 4: Storie e testimonianze di uomini e donne che combatterono per la libertà e la democrazia

Dalla prefazione di Massimo Bisca, Presidente dell’Anpi provinciale di Genova


“Leggere queste pagine redatte da Morabito, deve farci riflettere, perché SONO il frutto di un lavoro che credo sia nato già diversi anni fa con un opuscolo e poi si è sviluppato sino ad arrivare a questo elaborato di diverse pagine. Un insieme di date, fatti, persone, donne e uomini, che hanno fatto la storia dei quartieri di Genova e della nostra città in generale. Tanti avvenimenti che sono da ricordare per avere sempre presente quali sono le nostre radici, da quali percorsi storici nasce l’Italia repubblicana e avere la consapevolezza DEI LUOGHI da dove prende forza la rinascita del nostro Paese. Rinascita intesa come morale dell’Italia. Questo la sintesi della Resistenza. Venti lunghi mesi in cui tanti ragazzi e ragazze hanno fatto una scelta che è rimasta fondamentale nella loro vita e nell’esistenza di tanti loro coetanei. Una scelta che ha avuto un grande valore per il futuro del Paese e per l’indicazione che ha tracciato nel percorso che ci ha portati alla conquista della democrazia. […]. Il lavoro di Morabito credo vada nella direzione giusta, perché nella sostanza, con quanto racconta e illustra, ci dimostra che tanta parte del nostro futuro, fa parte di quei progetti e di quei sogni. Per queste ragioni mi sento di ringraziarlo”.

Dalla presentazione di Giuseppe Morabito


“Con questa pubblicazione, l’autore ha voluto ricordare, attraverso una parziale cronistoria, una serie di avvenimenti e di episodi accaduti a Genova, nella sua provincia e in altre località, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 che permisero alla nostra città di liberarsi dai nazifascisti e di conquistare la libertà e la dignità perse. Lo scopo non è scrivere delle pagine di storia sulla Resistenza, che compete agli storici, ma quello di mettere a disposizione di coloro che vogliono conoscere questa importante parte di storia del nostro Paese il maggior numero possibile di informazioni anche per capire come e perché gli italiani, e i genovesi tra i primi, hanno combattuto, sconfiggendoli, i tedeschi e i fascisti. […]. Ovviamente, il libro non si pone il compito di fornire un quadro completo degli avvenimenti e degli episodi accaduti in quei venti mesi di lotta al nazifascismo: cosa pressoché impossibile; ma piuttosto di fornire un quadro sufficientemente ampio per fornire al lettore le conoscenze idonee per capire anche le complessità e le problematicità di quella lotta e di quel periodo. Unitamente agli eventi rappresentati nella “cronaca” (Volume 1), mi è parso opportuno ricordare anche, nel volume 2, quegli orribili luoghi di sterminio di massa, quali furono i campi di concentramento e di sterminio nazisti, nei quali milioni di persone di ogni età e di ogni condizione sociale furono trucidate per il solo fatto di essere ebrei, testimoni di Geova, zingari, omosessuali, asociali, detenuti politici o persone inermi. Nel volume 3 sono pubblicate invece 150 schede con le biografie dei partigiani, dei patrioti, dei deportati, dei caduti e dei combattenti per la libertà originari della Bassa Val Bisagno o che sono ricordati nelle lapidi delle sue vie e piazze. Il loro ricordo non vuole essere solo un omaggio alla memoria di chi ha combattuto, anche a costo della propria vita, per la libertà e la democrazia nel nostro paese; ma vuole pure ricostruire, attraverso le loro vite, una parte importante della Resistenza nel nostro territorio. 


Infine, nel Volume 4, sono riportate alcune storie e testimonianze di uomini e di donne che, direttamente o indirettamente, furono protagonisti di importanti eventi durante la Resistenza, e che aiutano i lettori di oggi a capire meglio quello che è stato”... 


pg07_sette_spoonriverGiordano BRUSCHI Giuseppe MORABITO 

UNA SPOON RIVER PARTIGIANA

Il libro Una Spoon River Partigiana è stato scritto nel 2017 da me e dall’amico e compagno Giordano Bruschi il partigiano “Giotto”, e ristampato nel 2018, con una bella e documentata prefazione dello storico Prof. Luca Borzani.

In esso sono contenute le storie di 268 partigiani e partigiane le cui tombe sono poste nel Campo 13 dei partigiani del Cimitero monumentale di Staglieno, e di altri partigiani (Gelasio Adamoli “Secondo”, Adriano Agostini “Ardesio”, Franco Antolini “Furlini”, Attilio Camoriano “Biondo”, Aldo Gastaldi “Bisagno”, Ferruccio Parri “Maurizio”, Amino PIzzorno “Attilio”, Giovanni Ponta “Gianni”) che anche se lo loro tombe sono poste in altri campi del Cimitero, nel libro sono ricordati per il ruolo che hanno avuto nella storia della Resistenza.
IL SONNO DEI GIUSTI 
di Donatella Alfonso – La Repubblica 30 ottobre 2018

“Dormono, dormono al campo 13. Perché la Spoon River dei partigiani genovesi non è sulla collina, ma al cimitero di Staglieno: 268 tombe uguali – così previsto dalla delibera comunale del 7 dicembre 1945, che stanziava allo scopo 1,7 milioni di lire dall’ora – e un busto aggiunto poi, quello del sergente dell’Armata Rossa Fiodor Poletaiev, morto insieme ai compagni italiani della divisione Cichero a Cantalupo Ligure. E una Spoon River partigiana (il Canneto Editore, 174 pagine, 13 euro) è il piccolo e prezioso libro firmato da Giordani Bruschi, il partigiano Giotto che a 92 anni non ha ancora voglia di fermarsi, e da Giuseppe Morabito, con la prefazione di Luca Borzani. Il 1º novembre il libro sarà presentato proprio all’interno del cimitero di Staglino, nel Tempio laico alle ore 10. Una scelta che, oltre alla contiguità fisica, tra chi ricorda e chi lì ora si trova, segnala quanto sia ancora fondamentale ribadire che la Resistenza ebbe anche bandiere diverse, quelle dei garibaldini, dei badogliani, di Giustizia e Libertà, delle Brigate Matteotti. Cattolici, comunisti, laici nel senso più vasto: tutti meritano lo stesso ricordo, si dirà durante l’incontro, che prevede la partecipazione, insieme agli autori, del presidente Anpi Genova Massimo Bisca e dell’assessore comunale Matteo Campora, mentre Pino Petruzzelli e Mauro Pirovano leggeranno brani del libro. Sono tanti, esattamente 51 i ragazzi che, attraverso le pagine scritte da Bruschi (Morabito raccoglie invece i dati e le storie minime di tutti gli altri), raccontano un po’ di sé, in questa Spoon River che attraversa città, paesi, vite e differenze sociali, tutte annullate dall’impegno comune per tornare a vivere in libertà. Il più vecchio è Amedeo Lattanzi, l’edicolante di 55 anni che insieme ai giornali diffonde i fogli clandestini e che pensa alla moglie costretta, dopo la sua fucilazione, a vendere le copie del “Corriere Mercantile” voluto dal prefetto Basile in edizione straordinaria per rivendicare la fucilazione di otto partigiani nei giorni del grande sciopero del 1944; mentre il più giovane è Giovanni Casartelli. “Sono appena un ragazzo, e sono caduto per la liberazione di Genova il 24 aprile 1945. Avevo quel giorno 14 anni e quattro mesi. Nel campo di Staglino siamo in trentasei, tutti morti con le armi in pugno in diversi quartieri, in diverse strade. Siam gli ultimi piccoli soldati della Resistenza, siamo i partigiani di poche ore, non siamo diventati famosi come i nostri vicini. Rappresentiamo però il miracolo enorme della Genova popolare, capace di mettere alle corde l’esercito tedesco, il più forte del mondo”.

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Nella foto: la presentazione del libro “Una Spoon River Partigiana” del 1º novembre 2018 al Tempio Laico del Cimitero monumentale di Staglieno con, da destra: Io, l’assessore comunale Matteo CAMPORA, il partigiano “Giotto” Giordano BRUSCHI, lo storico Luca BORZANI, il presidente dell’ANPI provinciale di Genova Massimo BISCA e il sindaco di Genova Marco BUCCI.
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Nella foto: la presentazione del libro “Una Spoon River Partigiana” del 22 gennaio 2018 alla Camera del Lavoro di Genova Cornigliano, con la partecipazione, da sinistra, di : G. Morabito, Giordano Bruschi “Giotto”, Massimo BISCA presidente provinciale dell’Anpi di Genova, Donatella ALFONSO giornalista e scrittrice, Carla NESPOLO presidente nazionale dell’Anpi, Ivano BOSCO segretario generale della Camera del Lavoro di Genova, segretario della sezione Anpi “Adriano Bertolini”, Pietro ALFANO segretario dell’Anpi Ansaldo Energia.  


9788869436383Giordano BRUSCHI Giuseppe MORABITO
IL FAZZOLETO ROSSO DI BISAGNO
26 storie garibaldine

Il 18 maggio 1945 Maria Vitiello, moglie e compagna di GB Canepa, partigiano “Marzo”, si trova seriamente ammalata in una cameretta della clinica Montallegro. Aldo Gastaldi “Bisagno” voleva bene a Maria e a “Marzo”. Avevano vissuto insieme 20 mesi di guerra partigiana. Maria era stata partigiana vera dal settembre 1943 all’aprile 1945: cuoca, infermiera, compagna di combattenti a Cichero, a Favale, a Fontanigorda. Quel giorno, poco prima del suo ultimo viaggio nel Trentino, “Bisagno” volle andare da lei e le regalò il suo fazzoletto rosso su cui aveva scritto personalmente il nome dei 26 caduti della Divisione Garibaldi “Cichero”. Maria conservò gelosamente quella testimonianza unica della Resistenza in Liguria. Giordano Bruschi e Giuseppe Morabito in occasione del centenario di “Bisagno”, ricostruiscono quelle 26 biografie garibaldine

Il libro, che ha una ricca e approfondita introduzione storica di Luca Borzani, oltre a tracciare la figura umana e partigiana di Aldo Gastaldi: il comandante “Bisagno” della più importante Divisione partigiana ligure, contiene le brevi biografie dei 26 Partigiani che Bisagno ha scritto nel suo “Fazzoletto rosso”: Severino (Raimondo Saverino) - Peter (Jòsef Peter) - Francesco (Francesco Agudo) - Quarto (Mario Carlo Musso) - Ramon (Domenico Tripaldi) - Gimmi (Giovanni Battista Cavagnaro) - Berto (Silvio Solimano) - Alpino (Valerio Bocciardo) - Paolino (Paolo Ceotto) - Oreste (Oreste Armano) - Raf (Raffaele Pierucci) - Sardegna (Mario Boeddu) - Cialacche (Ezio Lucarno) - Beppe (Mario Ginocchio) - Nero (Don Attilio Giovanni Pavese) - Pinan (Giuseppe Salvarezza) - Macchi (Saverio De Palo) - Carlo III (Luigi De Giovanni) - Don Bobbio (Giovanni Battista Bobbio) - Mirka (Michele Marras) - Spalla (Erminio Labbrati) - Cucciolo (Rinaldo B. Simonetti) -Cè (Cesare Talassano) - Salita (Mario Piana) - Luci (Luciano Zamperini) - Pepè (Luciano Golfetti).



pastedGraphicGiuseppe MORABITO
GINO IL COMANDANTE DELLA SEVERINO
Introduzione di Giordano BRUSCHI “Giotto”
Siamo grati a Beppe Morabito, a Eva Mangini per questa iniziativa di ricordare, con un libro, Michele Campanella, il partigiano Gino: simbolo della Resistenza della Valbisagno, della Liguria, dell'Italia.
Il percorso compiuto da Gino, dalle colline della Ligorna e i prati di Cichero sino ai palazzi delle più alte istituzioni, racconta un pezzo di storia italiana, spesso dimenticata o nascosta. In questa storia Gino è un protagonista: lo studente povero che non può studiare diventa operaio a 18 anni, riesce però a scalare ogni vetta. Diventa, unico caso in Italia, Generale delle Forze Armate della Repubblica, senza essere laureato. La sua università l'ha frequentata ovunque sul territorio combattendo fascisti, nazisti, mafiosi, delinquenti e camorristi.
Si può giustamente parlare di modello "Gino" come capacità degli umili, dei subalterni di diventare attori principali. Un esempio di riscatto del mondo del lavoro da lunghi tempi propugnato dai grandi esponenti del socialismo, da Marx in poi. Forse il destino della lunga marcia di Gino è segnata in tre date storiche della sua vita: nasce il primo maggio (1922): giorno della Festa del Lavoro; muore il 2 giugno (2012): data della Costituzione e della Repubblica, che lui ha contribuito a creare; vive nella casa simbolo "7 Novembre": festa della rivoluzione da lui sognata. Gino riassume così tre valori: il lavoro, i diritti, la giustizia sociale.


Allora sottolineo che bisogna andare oltre il ricordo dei primi 100 anni di Gino. Questo prezioso libro sia diffuso, letto, studiato dai ragazzi di oggi così Gino vivrà per tanto tempo ancora inserendosi nella memoria delle nuove generazioni.
Gino come modello, come esempio; Gino combattente che non dispera mai. Anche nei momenti più bui conserva la fiducia nell'avvenire. Il "silurato" dell'agosto 1944 diventerà liberatore di Genova. La resa della guarnigione tedesca di Molassana, il 24 aprile ‘45, al partigiano "Gino" anticipa di un giorno la più nota caduta del nazismo di Villa Migone; ma il ritratto vero di Genova appare dall'orazione funebre tenuta in occasione del funerale del compagno partigiano Martin (Agostino Pesce) nel dicembre 1988 in via Bernardini di fronte alla sezione PCI "Formenti", quando Gino salutò l'amico confessando la sua personalità... "Ciao fratello operaio, Ciao compagno comunista che hai saputo combattere per l'eguaglianza sociale".

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Nella foto: Giuseppe Morabito, il partigiano Giordano Bruschi “Giotto” e l’attore Mauro Pirovano in un incontro con alcune scuole di studenti per la presentazione nel Municipio della Val Bisagno del libro Una Spoon River Partigiana.

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