Ai primi del 2007: vigilia delle elezioni amministrative, dopo una vita “dedicata” per l’affermazione delle mie idee politiche: una maggiore giustizia sociale, una società più giusta e più democratica, migliori condizioni di vita per i lavoratori dipendenti e per i cittadini più bisognosi, per un mondo migliore senza razzismi e senza guerre, ho deciso, d’accordo con mia moglie, di abbandonare l’impegno politico e amministrativo attivo e di non ricandidarmi alle elezioni nella mia Municipalità.
Credo che nella vita per ogni persona ci debbano essere delle fasi diverse dedicate, a grandi linee, agli impegni di studio del lavoro, della famiglia, e della vita (complessiva) stessa. Ad una certa età è giusto, credo, dedicarsi anche a se stessi e ai propri cari e cercare di godere le opportunità che la vita ci permette ancora di poter vivere dopo una cinquantina di anni dedicati al lavoro e “alti altri”.
Da pensionato, ancora idealmente impegnato, con un occhio rivolto all’indietro vedo scorrere un film, iniziato 65 anni fa, lungo il quale vedo passare nella mia mente modelli di società diverse che hanno contrassegnato, insieme alla mia, la storia e la vita di intere generazioni di italiani.
Mi viene naturale guardare quelle società e le persone che le hanno vissute e paragonarle, per quanto difficile e complesso, all’attuale situazione storica, politica, morale e sociale che stiamo vivendo in questi ultimi anni.
Erano dei modelli sociali che si basavano su valori sociali e umani (onestà, correttezza, solidarietà, ecc.) molto diversi da quelli attuali: basati da una parte, giustamente, sull’uso consumistico di telefonini, di internet, mp3, ecc., e dall’altra, però, spesso basate su forme di egoismi e individualismi talvolta esasperati.
Credo che la mia sia stata, sotto certi aspetti, una generazione fra le più fortunate vissute nell’ultimo secolo: Da una parte siamo nati, più o meno, a guerra da poco conclusa e quindi con sacrifici economici relativi; mentre dall’altra abbiamo vissuto la gioventù tra persone che, uscite dalla guerra e dalla lotta partigiana, riuscivano a trasmetterci valori e modi di vita basati sui valori di democrazia e di libertà e sui principi morali ed etici oggi in gran parte ignorati.
Gli anni della mia crescita e della mia maturazione di cittadino sono stati contrassegnati da intensi impegni sociali e da forti passioni politiche che permeavano, in quegli anni, gran parte di quella società.
Facendo mente locale su alcuni comportamenti e linguaggi del “padrone” del partito della destra (le cronache ne sono piene) mi vengono in mente le forti battaglie politiche che si tenevano, nei decenni scorsi, tra comunisti e democristiani: senza ingiurie e offese, e dove il senso dello Stato era un patrimonio comune di quei protagonisti politici. Persone dalla dirittura etica e morale che oggi è difficile riscontrare in tante persone, specialmente di destra, che siedono anche nei banchi parlamentari.
Oggigiorno, purtroppo, in buona parte delle persone, spesso, i valori (!) e i modelli sociali nei quali si ritrovano sono quelli dell’egoismo, dell’individualismo, della “furbizia” che si sono sviluppatisi dai primi anni ’90 in poi e che hanno permeato in modo massiccio le coscienze di tante persone. Gli esempi che pervengono continuamente dai comportamenti di alcuni politici, che anziché fare politica come servizio fanno politica perché trovano convenienza nel farla, sono la dimostrazione di tutto ciò.
D’altronde quando una persona “scende in politica” avendo una azienda fortemente indebitata e a distanza di pochi anni, durante i quali governa il paese, questa diventa una tra le più ricche a livello europeo ciò vorrà pure dire qualcosa! O no? Nei decenni passati se una persona veniva solamente indagata questa era la prima che si dimetteva dall’incarico fintanto ché la Magistratura non accertava le sue eventuali responsabilità. La gente si scandalizzava, protestava, chiedeva giustizia. Adesso, con i mass media asserviti in gran parte al potere mediatico di questi “governanti” sembra che ci siano più “cervelli all’ammasso” disposti a giustificare ogni comportamento propagandistico e di facciata piuttosto che teste pensanti e libere da demagogie e spot pubblicitari di chi governa il nostro Paese!
L’abolizione delle preferenze e le elezioni su liste bloccate con i nomi degli eletti volute dai partiti del centro-destra non hanno forse l’obiettivo di avere, nei diversi rami Parlamentari, dei “soldatini” il cui ruolo è funzionale solo al volere chi li ha designati a tali incarichi in cambio di stipendi e benefit che fanno vivere costoro da ricchi e privilegiati? Ma come si fa a comprendere chi giustifica tutto ciò che avviene con la cupidiscienza di quei cittadini (pari al 45% degli italiani) che li votano e giustificano tutte le nefandezze che i governi di destra adottano e credono continuamente alle promesse elettorali che continuamente poi vengono ignorati!
Quelli che ci governano dicono (prima delle elezioni) più sicurezza e (poi) tagliano soldi e persone alle forze dell’ordine, dicono più sanità e tagliano le risorse per il personale e per le strutture sanitarie, parlano di una scuola più moderna e tagliano alla scuola pubblica insegnanti, scuole e finanziamenti; dicono di voler privilegiare la ricerca e cancellano notevoli risorse finanziarie per la ricerca, senza guardare ai tagli alla cultura, nelle sue diverse manifestazioni: teatri, cinema, ecc.
Di fronte alla grave crisi economica attuale per loro l’importante è, anziché far pagare gli evasori fiscali per i quali pagano i cittadini onesti, tagliare decine di miliardi di spesa pubblica, senza prevedere sostegni per il lavoro giovanile, per i lavoratori,per i pensionati e per le piccole imprese.
Guardando il mio film vedo anche il senso di umanità che permeava tante persone di quelle “vecchie” società, dove la tolleranza e il rispetto per il diverso erano fatti e comportamenti normali.
Cosa avviene oggigiorno, nella cosiddetta società dell’immagine e della comunicazione nella quale ci fanno sentire tutti ricchi, belli e liberi di fare quello che vogliamo? Non pagare le tasse, evadere il fisco, l’Iva, i contributi sociali, ecc., imbrogliare il prossimo, sfruttare la mano d’opera (specialmente se straniera), non rispettare le leggi e le norme, di fare i furbi, ecc., non sono atti e comportamenti di questa Società?
Che brutta società quando per costruire le proprie fortune politiche si forma un partito e si grida all’untore (di manzoniana memoria) individuando nel meridionale (ieri) e nell’immigrato straniero (oggi) il responsabile di ogni malefatta e di ogni paura, da loro ampiamente evocata, che avviene nel Paese?
Che brutta società sta diventando la nostra che, con i voti dei partiti di destra, vota nel Parlamento italiano, leggi razziste e discriminatorie verso bambini e persone che hanno il torto di essere nati in altre parti del mondo più sfortunati dal nostro?
Brutta società quella che vede tanti suoi cittadini, con la pancia piena e il cervello vuoto che, privi di ogni memoria storica, si dimenticano di essere dei cittadini di un Paese che ha esportato in tutto il mondo, e da ogni regione, milioni di persone, e oggi nutrono sentimenti di odio e di razzismo per quelle persone che spinti dalla miseria e dalle guerre raggiungono il nostro Paese per cercare condizioni di vita migliori che il buon Dio assegna ad ogni essere umano quando nasce su questa terra, che appartiene a tutti e senza distinzione di lingua, di colore, di razza o di religione.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare”
Se foste un rom, quella di Salvini non vi apparirebbe come la sortita delirante di un imbecille da ridicolizzare.
Se foste un musulmano, o un africano, o comunque un uomo dalla pelle scura, il pacchetto sicurezza non lo prendereste solo come l'ennesima sortita di un governo populista e conservatore, eccessiva ma tutto sommato veniale.
Se foste un lavoratore che guadagna il pane per se' e per i suoi figli su un'impalcatura, l'annacquamento delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro non lo dimentichereste il giorno dopo per occuparvi di altro.
Se foste migrante, il rinvio verso la condanna a morte, la fame o la schiavitù, non provocherebbe solo il sussulto di un'indignazione passeggera.
Se foste ebreo sul serio, un politico xenofobo, razzista e malvagio fino alla ferocia non vi sembrerebbe qualcuno da lusingare solo perché si dichiara amico di Israele.
Se foste un politico che ritiene il proprio impegno un servizio ai cittadini, fareste un'opposizione senza quartiere ad un governo autoritario, xenofobo, razzista, vigliacco e malvagio.
Se foste un uomo di sinistra, di qualsiasi sinistra, non vi balocchereste con questioni di lana caprina od orgogli identitari di natura narcisistica e vi dedichereste anima e corpo a combattere le ingiustizie.
Se foste veri cristiani, rifiutereste di vedere rappresentati i valori della famiglia da notori puttanieri pluridivorziati ingozzati e corrotti dalla peggior ipocrisia.
Se foste italiani decenti, rifiutereste di vedere il vostro bel paese avvitarsi intorno al priapismo mentale impotente di un omino ridicolo, gasato da un ego ipertrofico.
Se foste padri, madri, nonne e nonni che hanno cura per la vita dei loro figli e nipoti, non vendereste il loro futuro in cambio dei trenta denari di promesse virtuali.
Se foste esseri umani degni di questo nome, avreste vergogna di tutto questo schifo.
(Dal quotidiano "L'Unita'" del 9 maggio 2009)